Marco Viola non ama definirsi uno
scultore.
Lo scultore toglie, lui aggiunge, o meglio dispiega e aggroviglia.
La sua tecnica è quella dello “scarabocchio” ma
anziché la penna, usa fili di metallo che delineano nello spazio forme
tridimensionali di umana somiglianza.
Più che uno scultore Marco è un cultore
della materia, che intesse sapientemente e pazientemente fino a creare forme
giocose come gli omini-lampade, o sensuali come Demetra, talvolta misteriose
come la Donna-albero in rame. Gli Scarabocchi 3D sono oggetti d'arredo, opere
d'arte, creature metalliche da compagnia.
Ogni oggetto è un pezzo unico, poiché
nasce da un gesto estemporaneo senza nessun progetto; alla base c’è solamente
un’ispirazione estetica attorno alla quale la materia viene
plasmata.
Alcune opere di Marco Viola sono state esposte a Firenze, il 16 e 17
dicembre 2011 presso il Centro d'Arte Contemporanea Ex3 in viale Giannotti 81,
in occasione del «Grande Encuentro de Tango» un festival organizzato dall'associazione
LiberandoTango.