martedì 20 dicembre 2011

Scarabocchi


Marco Viola non ama definirsi uno scultore. 
Lo scultore toglie, lui aggiunge, o meglio dispiega e  aggroviglia. 
La sua  tecnica è quella dello “scarabocchio” ma anziché la penna, usa fili di metallo che delineano nello spazio forme tridimensionali di umana somiglianza. 

Più che uno scultore Marco è un cultore della materia, che intesse sapientemente e pazientemente fino a creare forme giocose come gli omini-lampade, o sensuali come Demetra, talvolta misteriose come la Donna-albero in rame. Gli Scarabocchi 3D sono oggetti d'arredo, opere d'arte, creature metalliche da compagnia.

Ogni oggetto è un pezzo unico, poiché nasce da un gesto estemporaneo senza nessun progetto; alla base c’è solamente un’ispirazione estetica attorno alla quale  la materia  viene plasmata.

Alcune opere di Marco Viola  sono state esposte a Firenze, il 16 e 17 dicembre 2011 presso il Centro d'Arte Contemporanea Ex3 in viale Giannotti 81, in occasione del «Grande Encuentro de Tango» un festival organizzato dall'associazione LiberandoTango.


lunedì 28 novembre 2011

Su fili di rasoio


Le nostre notti sono rane gravide,
molluschi viscidi su scogli inquinati
da una postura che appartiene
ai distretti industriali
di una Londra tardo ottocentesca.
Siamo sporchi di fuliggine, sieropositivi,
camaleonti del niente in cui ci infrattiamo.
Abbiamo un senso solo non avendolo.
Premiamo forte sui nostri pedali,
con un solo piede come storpi colpevoli
della propria deformazione.
E parliamo arabo, siamese, brasiliano, italiano
cileno, cingalese, russo e un perfetto inglese,
ma continuiamo a perderci nelle nostre stanze ventilate;
come cappelli riempiamo armadi selezionati,
come feti allarghiamo vulve, squarciando.
Siamo il nero, quello che i mitomani chiamano satana.
Siamo persi in una diaspora,
camminiamo e mai arriviamo.
Siamo i freak, le anime brutte, i mai raccontati.
Soprattutto i mai raccontati.
Siamo la maggior parte degli uomini che attualmente popolano la terra.

North Carolina - E. Erwitt

Maruska Nesti

mercoledì 9 novembre 2011

Innocenza




E' un'ombra quella che ti avvolge.
Mentre il resto del tuo corpo rimane pervaso di luce.
Una luce incandescente come la tua innocenza.

Non pensi affatto a quanto puoi essere debole e vulnerabile, non per quello che ti circonda, ma per quello che ti porti dentro.

Conosci già la convivenza con il tuo assassino che ormai ti è fratello.

Tu solo sai quanto combatterai per opporti o quando ti lascerai vincere cedendo al tuo stesso peso inerme, scivolando come una goccia nel lavandino. 

Oppure cancellerai quell'ombra che ti sovrasta lasciando spargere la luce come il seme in un campo arido.

E' il tuo destino (almeno così si dice).
Ma è anche il nostro, che restiamo ad ascoltarti gridare perso nel tuo silenzio.



Testo e disegni: Rafael Vindigni

mercoledì 19 ottobre 2011

Psike intervista Caterina Silenzi

Ogni artista che “crea” si ispira o prende spunto da qualcosa di specifico, proveniente da quello che lo circonda o dal suo passato. Qual'è il tuo processo artistico? 
Il mio processo artistico si basa sulla metabolizzazione di ciò che accade nella mia vita, avvenimenti quotidiani o fatti importanti che in qualche modo hanno cambiato il mio cammino. Li metabolizzo e ne faccio qualcosa che occupi il mio stesso spazio: devo renderli visibili e tridimensionali per affrontarli e per farci amicizia. "Tutto ciò che accade nella mia vita deve trasformarsi in scultura, se non lo fa si trasforma in malessere".  Il mio, quindi, è un processo  molto semplice: se cammino nel bosco e trovo un osso animale lo porto a casa, lo pulisco e lo posiziono in modo che rimanga sempre ben visibile, in modo tale che possa osservarlo con calma e da tutte le prospettive. Poi aspetto...aspetto il giorno in cui arrivi l'impulso irrefrenabile di costruire qualcosa o qualcuno!  Di solito questo qualcuno è la materializzazione di un mio stato d'animo, la conseguenza di qualche avvenimento più o meno importante della mia vita . Le ossa possono aspettare anche per mesi,  o anni. Poi quando ho chiara l'immagine di ciò che ne verrà fuori, si svolge tutto in modo molto istintivo, veloce, seguendo quell'impulso che va oltre ogni logica.

I-Dea: Ceramica Raku
Cosa pensi dell'arte contemporanea che abbiamo al momento in Italia? Ci sono artisti in particolare che ti stimolano? 
Arte contemporanea in Italia..bel discorso! Preferirei tralasciare perché rischio di andare sul criticismo, però, per essere breve e concisa: apprezzo molto gli artisti che si sanno fare strada da soli, che sanno essere fedeli a se stessi senza seguire le mode, e nel nostro panorama nazionale ci sono pochi nomi che mi vengono in mente.
 
La combinazione tra uomo e animale sembra una costante nel tuo lavoro, così come il rapporto uomo e donna. Cos'è che associa questi due accostamenti? 
L'associazione tra binomio uomo-animale e uomo-donna è una costante nei miei lavori da sempre. Credo che siano immagini provenienti dal mio Inconscio. La domanda dovrebbe essere rivolta direttamente a Lui. Però si accettano suggerimenti!
 
Cervo
Le tue opere sono un assemblaggio tra pezzi ossei ritrovati e ceramica. Illustraci meglio la tecnica che utilizzi. 
I pezzi ossei che compongono le mie sculture sono tutti pezzi trovati, o meglio, incontrati, per caso. Amo l'anatomia animale e credo che gli animali abbiano in se qualcosa di incredibilmente saggio; per questa ragione preferisco non nutrirmene! Cosi quando trovo i loro resti non li associo a qualcosa di brutto, ma li tratto come se fossero dei tesori, dei feticci che meritano un altare. In questo senso le parti che costruisco in ceramica fungono da altari, supporti per i miei tesori! La ceramica viene poi trattata con la tecnica del raku, che è una tecnica molto antica proveniente dal giappone e che serviva per la cerimonia de tè. Il raku è un gioco di elementi, una sorta di magia: i pezzi, una volta modellati e biscottati, vengono trattati con una cristallina apiombica e poi infornati nuovamente nel mio forno fai da te (un grosso bidone di metallo rivestito internamente di fibra ceramica alimentato da una fiamma libera); una volta raggiunta la temperatura di 1000 gradi circa estraggo i pezzi incandescenti e con l'aiuto di aria e acqua termino la finitura.
L'azione stessa che porta alla finitura dei miei pezzi mi fa sentire un pò come una sciamana e mi sembra che tutto abbia un senso e che il circolo vita-morte si chiuda.

°
Che obiettivi ti poni per il futuro? C'è qualche esposizione o evento in particolare che avresti voluto realizzare ma non ne hai mai avuto modo?
Non riesco a pensare ad un futuro troppo lontano; per il momento penso alla prossima scultura che farò...osservo i miei nuovi "feticci" trovati e so già cosa diventeranno. Nessun obiettivo in particolare quindi. Evento o esposizione che avrei voluto realizzare? Devo pensarci un pò...probabilmente ce ne sono troppi.

Io

mercoledì 12 ottobre 2011

OUTLANDISH

BRUNO MARRAPODI 
Maelstrom Art Gallery 
Via Ciovasso 17 - Milano 
dal lunedì al sabato dalle 14.00 alle 19.00
Ingresso libero

mercoledì 21 settembre 2011

Alfonso Lance


Ex Chiesa San Carlo dei Barnabiti
Via Sant'Agostino 23
Firenze

23 settembre ore 21.00
24 settembre ore 21.00
25 settembre ore 17.00


[interpretata da Neri Batisti]












Ingresso:
Libero

Orari di apertura mostra Conviv(io):
Venerdì 23 - 20.00/24.00
Sabato 24 - 19.00/24.00
Domenica 25 - 16.00/23.00

martedì 6 settembre 2011

Psike presenta Conviv [io] - Convivenza con l'Io


 

CONVIV-io
23-24-25 settembre 2011
Ex chiesa San Carlo dei Barnabiti
via Sant'Agostino 23 - Firenze

ingresso libero



Bentrovati Amici,

partiamo da un assunto anni sessanta abbastanza criticato già dall’antropologo Whorf: 

“La lingua determina direttamente la rappresentazione del mondo”. 

Sostituiamo o meglio ampliamo il concetto di lingua a quello di comunicazione artistica. Cosa otteniamo? Una mostra collettiva, che si svolgerà a Firenze a fine settembre, in cui artisti provenienti da varie regioni di Italia, fra cui alcune vecchie conoscenze di questo blog, esibiranno la loro personale e unica rappresentazione mentale del Sé.

Il tema centrale è sintetizzato nelle poche righe qua sotto:

“Nascere non è una scelta.
Mentre tutto il resto è bivio, trivio, crocevia di sensazioni, emozioni, visioni. Motivazioni.
Nascere no. E’ un attimo nell’abisso, nel niente da sviluppare in materia, in vita.
Cresciamo con gli avanzi degli altri che ci nutrono, oppure troviamo becchime nelle rimanenze di magazzino di ideologie che brillano nei cieli di Utopia.
Se siamo forti ci creiamo castelli e case che sembrano nostre: usanze, abitudini, creazioni. Figli senza arterie, fermi ad età da conclave.
Nessuno ci insegna come fare, solo noi sappiamo cosa vuol dire vivere ogni secondo spalla a spalla con se stessi: quei bastardi, quei furbi, quei disturbati, quei disperati, quei romantici, quei razionalisti, quegli Umani che siamo noi.”



Le arti esposte sono molteplici, questa volta non ci siamo voluti far mancare proprio nulla: fotografia pittura, scultura, installazioni e teatro.

Le date di esposizione e l'indirizzo del luogo -la splendida chiesa di S.Carlo de' Barnabiti- li trovate nella locandina in alto.
Ingresso libero, vi aspettiamo!

lunedì 29 agosto 2011

Forgiami un artista per venerdì alla chiusura



Chi resta sulla barca
vede in ogni approdo
solo un'isola
quando è un continente
chi scende pensandolo
prende tempo
poi saluta il proprio


La manifattura rende l'uomo diverso dall'animale, l'uso di oggetti di derivazione molteplice e la ricca ridistribuzione del senso del necessario creano il superfluo: l'arte vi appartiene? Quando si quota un quadro (specie in periodi di crisi) al costante rialzo, si attribuisce a un bene non fruibile un senso materiale, un valore monetizzabile carico di profondo ottimismo. Picasso è un cattivo investimento è altissimo e anche se sale lo fa poco e per gradi, non sarà mai come l'oro. Qual è l'argento di questi anni a rischio? Dove si combinano il valore commerciale, l'arte e la soddisfazione del pubblico? Su questo punto combattono i nuovi predoni dell'arte giovanile, nessuna purezza chi produce arte spera di monetizzarla, anche il pù umile accetterebbe di buon grado di viverne. Non ci sono concerti di scultori, ci sono stati quelli di poeti, ora no, adesso dobbiamo sorbirci le vaghezze di travagli on the road, tu di che pigmalione sei, a quale stock appartieni. Opzioni senza controvaluta, chiaro non v'è un primato di una forma artistica, ma questi sono anni difficili, tremendi, non meno dei trascorsi settanta, dove sono gli artisti scomodi e ottimisti? Anni di parossistico lavoro han trasformato il sogno in una sequela di sdoganabile piattume, prima di scrivere consulto il mio ufficio legale, poi la santona, infine cambio numero di cellulare. Cosa è creare in un periodo di crisi se non scoprire costantemente che si è i ritardo con la splendida intuizione che si è avuta, in debito con la memoria e soprattutto con chi ci crede in piena ciclicità. Qui a rigore si dovrebbe iniziare con le citazioni per dare la prova di sapere il fatto proprio, di essere pronti a sostenere il carico del pensiero delle amebe; chi si arrabatta tra una Gibson scordata e pesanti tassi glicemici mi confonde con un decollo.
Proviamo con un esempio: scolpire nudi è sensazionalmente onesto. Frase anni ottanta novanta roboante e artificiale, il cervello l'interpreta prima che il corpo possa anche solo provare a pensarci. Come quando vedete qualcuno che vi piace, odorecorpomovenze. Poi si mette di mezzo la testa: non posso farcela e non ci provo! E il corpo resta lì, a metà, affamato.
Scopire nudi il legno è un conturbante mix di euforia sudore e rischio. Con quelle schegge che volano c'è da stare attenti, poi si sa quando si ha la sensazione di libertà che sconfina in liberismo, allora si bisogna stare attenti, è la volta che ci si fa male. È così pericoloso farsi male? Noi generazione di poli-etcetc siamo sempre più tutelabili, ma cosa significa rischiare qualcosa quando si ha tutto per cui non farlo? Non è forse questo il senso perverso dell'arte fine a sé stessa? Bene questa forma di arte latita da tempo. Chi la produce la cerca come un banco al mercato del proprio stordimento, chi ce l'ha la riproduce come un set di arredo bagno: vuoi un cat blu? Vedo ora è nella piana a far scorta di soppressa, se lo becchi a Central Park magari gliela butti lì.
Bon io vado a farmi mettere i punti.


Sandro Fracasso

mercoledì 13 luglio 2011

Psike intervista Elisa Anfuso


Penultimo
Ogni artista che “crea” si ispira o prende spunto da qualcosa in particolare, proveniente da quello che lo circonda o dal suo passato. Qual' è il tuo processo artistico?

Non sempre è qualcosa in particolare. Suggestioni e percezioni che spesso non ricordi nemmeno da dove provengono, si trovano a convivere dentro gli stessi pensieri, si mescolano, si confondono, sino a diventare altro. Molte cose vanno a finire nella memoria inconsapevole e si rivelano in maniera quasi irriconoscibile. Altre volte arrivano input che pizzicano chissà quali corde ed escono fuori suoni imprevedibili.








Cosa pensi dell'arte contemporanea che abbiamo al momento in Italia?

Credo che in potenza potrebbe essere un momento di grande fermento artistico per il nostro paese ma, questo potenziale, per manifestarsi in tutta la sua forza, avrebbe bisogno di un terreno più fertile, di maggiore interesse e di una maggiore apertura nei confronti di quei linguaggi contemporanei che vedo spesso arrancare e raramente procedere con passo sicuro.

La stanza di Newton


I tuoi lavori presentano quella componente di sogno lucido e ricerca di libertà, una sorta di moderna "Alice nel paese delle meraviglie", dove la protagonista (che in genere mi sembra un tuo autoritratto) conserva spesso quella componente tragica dettata dalla voglia intrinseca di fermare il tempo in qualche modo, ma la consapevolezza di non riuscirci, perché inesorabilmente cresciamo, diventando sempre più grandi rispetto alle cose che ci circondano. Questa è più una mia deduzione osservando le tue opere. Trovi riscontro in quello che riporto?
In parte si. Le sue deduzioni sono possibili sfumature. E questo mi affascina molto. La componente tragica deriva anche dall'essere costretti a rimanere in quella dimensione, dall'istinto al volo che si scontra con tutto ciò che ci tiene legati al suolo, dalla direzione dell'anima che non è sempre quella del corpo che la ospita. Forse, fermare il tempo non è così importante tanto quanto ciò che si riesce a fare nel tempo che si ha.


Non calpestare la linea rossa
Una pittura ricercata dalla matrice iperrealista si sposa con il tratto veloce e fumettista del pastello. Come sei arrivata ad associare questi due elementi contemporaneamente?

Inizialmente non è stata una scelta consapevole. Sentivo l'esigenza di differenziare delle cose, un po' come quando scrivendo utilizziamo il corsivo. Qualcosa di concreto, con un suo peso, reale e vivo, da qualcosa di immaginato, sognato, di natura diversa. Carne e pensiero. La materia pittorica densa e lucida da una parte, il segno istintivo e infantile dall'altra.




Che obiettivi ti poni per il futuro? C'è qualche esposizione o evento in particolare che avresti voluto realizzare ma non ne hai mai avuto modo?

Non ho mai programmato nulla del mio percorso artistico. Sino ad ora è stato una piacevole conseguenza di quell'urgenza che mi spinge a dipingere. E farò il  possibile affinché quest'equilibrio resti invariato anche in futuro. Spero comunque che avrò modo di concretizzare alcuni progetti fotografici sui quali ho iniziato a lavorare tempo fa e poi mi piacerebbe fare delle esperienze all'estero. Credo che il confronto sia una strada inevitabile per la crescita.



Dalla vita in su
Il giardino di Erica
























martedì 28 giugno 2011

Che poi c'è anche l'aborto volontario o spontaneo e la "conservazione"


"Nessun uomo può perdere ciò che non ha mai avuto" 
I. Walton

Per giungere ad un aborto ci deve essere imprescindibilmente un atto di creazione: voluto, cercato, capitato; subdolo, caparbio, inconsapevole.
Comunque sia l'atto , o meglio il frutto dell'atto, deve essere visto e riconosciuto, con occhi che, partendo dal nostro essere, si allargano verso il continuum formato dagli Altri, che sono la società, le persone che ci conoscono e stimano e le persone che non ci conoscono o non ci stimano.
Già! Anche un figlio reale non rimane solo un interrogativo egoistico di chi lo genera. 
Può esserlo, i casi sono molti, ma primariamente lei/lui è concepito per scindersi e giungere all'autodeterminazione: è il contesto prossimo o lontano che investe e  condiziona la scelta di partorirlo o abortirlo.
E' così diversa la scelta di un artista verso ogni sua singola opera?
Non abbiamo statistiche, né classificazioni qualitative o quantitative - fantasticamente oggettive - su quello che gli hard disk dei nostri personal computer di creativi (a tempo pieno, parziale o degli spiccioli di tempo) contengono a livello di opere abortite. 
Auto abortite spontaneamente perché esteticamente brutte, oppure troppo intime e quindi fastidiose per il nostro Io. 
Opere bocciate. Soppresse. Imprigionate in sottocartelle o in memorie esterne. Abortite dal noi razionale, ma congelate potremmo dire dall'Io ideale, emozionale.

Premere il tasto cancella è difficile, costoso a livello emotivo, perché anche da una fotografia nata male, un dipinto sgarrato, una grammatica frastagliata, un calzino appeso, può realizzarsi il senso di una parte di noi che comunica inevitabilmente qualcosa di personale ma anche di universale.
Per questo il tasto aborto è così complicato, soprattutto quando esiste il tasto congela/conserva.
E tutto rimane lì, immagine o parola, embrione geneticamente costituito, ma dal quale volendo si può mantenere ed elaborare una parte: solo il ceruleo degli occhi, la trama di una pelle vellutata, o il cervello, o un nervo.

Ma davvero il congelamento è più sensato di un aborto? 
O il tutto è solo una conseguenza degli artefatti* che la tecnologia ci mette a disposizione?





Maruska Nesti




* per artefatto intendo una creazione umana di modalità operativa/comportamentale.





Img: Awakened - D. La Chapelle


giovedì 16 giugno 2011

Brevi considerazioni dal sud-Italia


Si è conclusa da alcuni giorni la manifestazione GAF (Giovane Arte Fiera) tenutasi a Scicli (RG), dove si è potuto assistere ad un approccio nuovo all'arte contemporanea nella Sicilia Sud/Orientale, attraverso l'esposizione coadiuvata da Antonio Sarnari e dal gruppo Asterisco.


Gli elaborati di alcuni artisti invitati presentano dei presupposti che sembrano rivoluzionare la staticità artistica locale, in un paese che in realtà è ricco di fermenti e movimenti solitamente snobbati da chi di dovere.


Qualche considerazione particolare vorrei rivolgerla alle pitture su diversi supporti della giovane Giorgia La Rocca, dalla linea decisamente fumettistica;






ed a quelle dal tratto veloce ed espressionista del moldavo Catalin Pislaru, con figure che emergono da fondi asettici;






all'operato di Massimo Cataldi con il suo esercito di soldatini in maiolica sotto forma di giocatori da biliardino, come visione di una società sempre tesa a seguire solo gli schemi imposti;




od ai fili intrecciati su foto d'epoca di Rossana Taormina, tesi a legare la memoria del tempo per non lasciarla fuggire ;






fino alle incisioni "in negativo", ma dal tratto decisamente graffiante, di Veronica Zambelli










R. Vindigni