lunedì 13 febbraio 2012

Agli inglesi piace al sangue



Contrapposizione tra tre grandi pittori contemporanei

Ovviamente non potevo che appassionarmi a questo genere di pitture, confrontando questi 3 grandi artisti “londinesi” che attraverso l'uso di una pennellata corposa e fluida ci restituiscono dei tranci di carne umana spiattellati su un piatto, ma così freschi e teneri da sembrare ancora “vivi”. Analizzando la resa delle carni nelle opere di Lucian Freud, Francis Bacon e Jenny Saville, ci rendiamo subito conto come siano riusciti ad aprire una nuova visione nella pittura “tradizionale”, restando cardine principale e ispirazione per gli artisti a venire.

Nei dipinti di Lucian Freud troviamo modelli nudi appoggiati in ogni angolo del suo studio, tra drappi di tessuto intriso di colore e numeri di telefono sui muri corrosi dall'umidità. Con la sua pittura, Freud, cerca di far riaffiorare attraverso la resa della pelle, la natura dei personaggi ritratti: le loro ansie e le loro paure. Ogni dipinto cerca di sedurre, ma allo stesso tempo, di disturbare. Infatti, seppure i modelli sono solitamente nudi e ripresi da precise angolature, non c'è traccia di erotismo in questo. Nel dipinto “And the Bridegroom” in cui si vede una giovane coppia che giace su un letto l'uno al fianco dell'altra (Leight Bovery, artista e performer australiano, e la sua compagna Nicola Bateman), i toni della pelle ci rifondono la delicatezza e morbidezza del corpo della donna in contrasto con l' imponenza e il colore scuro della pelle dell'uomo. Soprattutto i ritratti maschili ci restituiscono quel grado di verità: “...La verità contiene un elemento di rivelazione. Se una cosa è vera, fa un qualcosa in più che impressionare per il solo fatto di 'essere così'” (L. Freud). Così i suoi modelli si offrono alla nostra vista con la naturalezza del loro sesso scoperto senza pretese erotiche. Il realismo è portato all'esasperazione, ma non siamo di fronte ad una pennellata rimuginata e piatta, bensì a tracce veloci di colore, colpi assestati proprio nei punti giusti così da farci scoprire tutte le sottigliezze della pelle, fino, quasi, a farci percepire i vasi sanguigni che si celano sotto.
Contemporaneo di Freud, Francis Bacon preferisce scorticare lembi di pelle, separare minuziosamente tutte le parti anatomiche fino a stravolgere la natura dell'uomo. Se consideriamo tutto ciò che contorna  l'artista in quegli anni e l'incredibile quantità di carte, stracci, colori, fogli di giornali, riviste, foto che stavano dentro il suo studio quasi a renderlo un ambiente invivibile, stupisce come i suoi dipinti presentino delle campiture regolari con colori stesi omogeneamente e righe che delineano lo spazio dove si sistemano i personaggi. È proprio vero che ognuno riesce a trovare un ordine nel suo disordine. Ma se tutto il contesto è reso statico ed immobile, proprio i personaggi presentano quella sorta di mutazione continua della pelle, dove pennellate dense si introducono con forte violenza sull'anatomia del corpo fino a trasformarli in dei mostri amorfi. Lo studio per il trittico della crocifissione, presenta addirittura delle forme di carne e pelle grigiastra, il cui solo collegamento con l'uomo sta nelle bocche, tese in atteggiamenti di sofferenza congiunta.
Allo stesso modo di Freud, che era solito utilizzare diversi modelli da ritrarre nel suo studio, Bacon riporta figure e personaggi che sono elementi essenziali della sua vita sociale, riproducendoli  spesso in atteggiamenti quotidiani e consueti. La forma anatomica distorta di Bacon riprende molto dalle pitture cubiste di Picasso, ma la pennellata rispetto al contemporaneo pittore londinese è appiattita e solitamente assente nella sua forma. È soprattutto l'intervallare tracce di colore con profondi neri a dare strane profondità e cavità in diverse parti della pelle.

Prendendo un po' dall'uno, un po' dall'altro, Jenny Saville propone una diversa figurazione, che indaga tanto il realismo contemporaneo, ma i suoi personaggi sono soprattutto grovigli di corpi e figure contuse ed emaciate. Così, se con Freud la pelle copriva le vene e la carne sottostante, e con Bacon abbiamo uno storpiamento ed implosione/esplosione del corpo, la Saville ci restituisce quello che rimane dell'uomo quando il sangue defluisce fuori, quando questo modifica il suo corpo fino a divenire qualcos'altro. Il martirio della carne viene utilizzato dalla pittrice come pretesto per lavorare sulla materia e sul colore. Il realismo e la violenza di queste figure sfocia  presto nella trasformazione del corpo, ma non storpiandolo del tutto come faceva Bacon, bensì modificandolo nell'essere, riproducendo dei modelli di transessuali, “forme” impensabili fino ad una trentina d'anni fa: ecco che questi personaggi diventano il frutto della nuova icona contemporanea, di un nuovo essere che racchiude in sé due sessi. E chi può dire se siano meglio o peggio?

La pennellata della Saville è fresca, veloce, ampia in molti punti, minuziosa solo nei piccoli e importanti dettagli, come gli occhi. Non c'è un'elaborazione dello spazio, è il corpo del soggetto a crearlo e a riempirlo come meglio può. Ma questo è anche logico, perchè l'artista preferisce lavorare sull'essenza della carne, restituirci il carattere della pelle con colpi di grosse pennellesse intrise di colore.


Potrebbero mai questi artisti lavorare su dei paesaggi con la stessa forza e intensità? Ecco perchè alcuni nascono con certi istinti difficili da soffocare in altro modo. Per tutti e tre gli artisti inglesi è quindi vitale l'elaborazione del colore delle carni, della pelle, dei toni di questa che mutano con il mutare del soggetto e del suo sesso. Ma è come questa carne viene dipinta, come ci viene restituita, senza troppi fronzoli, senza troppe “leccatine” sulle pennellate, senza indugi, e servita quindi come una bella bistecca fiorentina: al sangue!!!
Rafael Vindigni
Img.:L. Freud, F. Bacon, J, Saville

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