lunedì 20 maggio 2013

Low Tide - Denis Rouvre









Denis Rouvre, ritrattista francese di fama internazionale, ci offre “Low Tide” - “Bassa Marea” , un reportage di forte impatto visivo ambientato in Giappone. 
Fukushima, la più grande tragedia ecologica e umana che il Giappone abbia conosciuto dalla seconda guerra mondiale ha attirato l’attenzione di Denis Rouvre che ha visitato una ventina di villaggi nella regione di Thoku, dove lo tsunami ha devastato 600 chilometri di costa e dove gli abitanti hanno perso tutto. 
Lì, Rouvre, è andato a fotografare semplicemente ciò che vedeva, senza scopi precisi, per una memoria visiva piuttosto che per una ricerca del                  paesaggio.















Il progetto nasce con l’ intento di fotografare nello specifico tutti i desolati paesaggi del dopo catastrofe, ma proprio scattando quelle immagini che l’autore comincia a farsi domande sulla popolazione sopravvisuta alla tragedia. 







Ed è proprio qui che comincia il “ secondo “ capitolo del progetto, riprendere I volti di chi è rimasto. Poche persone, dice l’autore, hanno accettato di farsi ritrarre, poichè la diffidenza è piuttosto consueta nella cultura giapponese, soprattutto dopo un disastro di simile entità. Quando Rouvre si prepara per il ritratto resta solo nella stanza con il suo soggetto, perché con la presenza di altre persone potrebbe non ottenere mai la foto che desidera. La relazione che lui cerca di instaurare per ottenere il giusto ritratto è molto diretta: si tratta di soli due minuti, ma intensi, trascorsi quasi in silenzio. 

“Del resto non poteva esserci molto dialogo, perché eravamo troppo diversi, troppo distanti, non c’era niente in comune tra noi, ma il silenzio permetteva alle persone di concentrarsi. Se non ottieni la foto in quei due o tre minuti allora non l’otterrai mai perché significa che in fondo il soggetto non vuole dartela davvero.” 




I volti che ha ritratto mostrano una dignità di fronte a ciò che è accaduto, e per evidenziarla ha scelto un”illuminazione piuttosto basica, essenziale, ottenuta con un solo punto luce, e piazzata giusto di fronte al soggetto. 







Dietro ogni fotografia c’è un silenzio, un tempo che ci dice semplicemente che c’è stato un prima e che noi siamo il dopo. Che il prima è scomparso definitivamente, che non vi avremo più accesso e che resterà l’immagine, e solo quella. 




Francesco Gallo


mercoledì 15 maggio 2013

Scarabocchi 3D


Da giovedì’ 16 maggio alle ore 18 gli “Scarabocchi 3d” dell'amico artista Marco Viola occuperanno il salone “Contesta Rockair” di via di San Quirico 38 a/b a Firenze.

Si tratta di creature metalliche da compagnia, “scarabocchi”, nati non da una penna, ma da fili di metallo che delineano nello spazio forme 
tridimensionali di umana somiglianza.

Gli “Scarabocchi 3d” sono oggetti d'arredo, opere d'arte, ciascuna delle quali è un pezzo unico, poiché nasce da un gesto estemporaneo senza alcun progetto; alla base c’è solamente un’ispirazione estetica attorno alla quale la 
materia viene plasmata.



L’installazione, ad ingresso libero, sarà inaugurata alle 18, alla presenza dell’artista, con un evento che prevede un concerto live raggamuffin, una selezione musicale a cura di DJ Mendosa ed un aperitivo offerto a tutti gli intervenuti.
Marco Viola, calabrese di origine e fiorentino di adozione, non ama definirsi uno scultore: lo scultore toglie, mentre lui aggiunge, o, meglio, dispiega ed aggroviglia: la sua tecnica è quella dello “scarabocchio”, ma, anziché la penna, usa fili di metallo che delineano nello spazio forme in tre dimensioni di sembianza umana. Più che uno scultore, Marco è un cultore della materia, che intreccia sapientemente e pazientemente fino a creare forme giocose, sensuali 
o, anche, misteriose.




martedì 7 maggio 2013

Il Sopruso Silente lascia Firenze






Ebbene si, anche quest'avventura è giunta al termine. Un'entusiasmante avventura di dialogo e improvvisazione.


"Il Sopruso Silente" lascia Firenze un po' più vuota e spenta, nella sua cornice quotidiana insomma, e noi col cervello pieno di nuove idee e progetti.
Le opere della mostra rimarranno lontane dagli occhi per un paio di mesi prima di giungere ad una nuova sede di esposizione e noi saremo pronti a segnalarvi dove nuovamente si manifesteranno.



Ci sentiamo di ringraziare molte persone che sono intervenute in questa tre giorni fiorentina.

Per primi Sandro Fracasso e Irene Raspollini per l'eccezionale collaborazione, amicizia, fiducia e disponibilità, nonchè per l'idea portante della mostra e la forte determinazione per la realizzazione.

Gli amici poeti di Ferrara (Carlo Bollani, Andrea Manica e Stefano Urban) per il reading poetico di venerdì sera, dove per più di un'ora ci hanno coinvolto in un diluvio di versi che ha travolto le sonnolenti coscienze dei passanti di Via Sant'Agostino.

Rebi Rivale, Ornella e Davide che hanno portato sabato generosamente la loro musica in questa Firenze che inseguiva un pallone e si è persa un'esibizione artisticamente di grande livello.

Si ringraziano il Quartiere 1 di Firenze, per l'uso gratuito dello spazio, e tutti, ma proprio tutti, i visitatori, i passanti, gli amici che si sono fatti incuriosire.
Si ringrazia noi stessi, che nonostante i mille e più impegni riusciamo a portare avanti questi progetti quasi fuori moda.

E si ringrazia chiunque abbia donato anche solo venti centesimi agli amici dell' Associazione Pantagruel che opera nel carcere di Sollicciano.
Per loro sono stati raccolti 210,72 euro, già versati tramite bollettino postale.

Si ringrazia tutti gli artisti coinvolti, per le opere, le parole, i messaggi che lasciano con queste.

E con questo ho finito.

Alla prossima.