giovedì 10 dicembre 2015

Wall: le origini del progetto


Era una sera buia e tempestosa...
No, non è vero nulla, non siamo in un romanzo già scritto, in un incipit che molti ricordano, ma siamo a Firenze, in un bar periferico ed è metà settembre. 




Un settembre che non si è dimenticato della Parigi di Charlie Hebdo, delle Torri gemelle,  degli attentati di Madrid, dello schifio di sangue innocente che cosparge l’Iraq e  l’Afghanistan, dell’assasinio di Benazir Bhutto, dell’anarchia libica, delle ambigue doppie facce politico-finanziarie che sono Israele e l’Arabia Saudita, giusto per prenderne due a caso.
Non se ne è dimenticato nessuno di noi, nemmeno dei migranti del mare, semplicemente  in questo settembre, abbiamo amalgamato tutto con nuove informazioni storiche.

Putin è sempre lì a zareggiare e zanzareggiare sull’Ucraina, mentre l’Europa tutta fa finta  che nulla succeda o sia successo in cambio del gas per l’inverno per le case dei suoi Cittadini o per le fabbriche allogene od oriunde che producono sempre meno e sempre con meno senso di produzione.
Alla televisione continuano a passare facce di bimbi affamati, tutti neri, tutti con madri che non sanno come nutrirli, mentre spesso i padri li incontriamo per strada a vendere, chi con strafottenza , dovuta, forse, ad un eurocentrismo mai affievolito, che dire sfruttamento fa ancora senso dopo un secolo o poco più, e chi con fin troppa umiltà,  cristiana o musulmana: ti offrono accendini od ombrelli. Ti chiedono un caffè. Quanti ne vediamo passare anche qui a Firenze. Sono chiamati immigrati economici anche loro. E fanno economia con la dignità spesso.
Ma mi sto perdendo …

Poi Alan è morto in mare, spiaggiandosi come un animale malato che torna a riva per  distendere le sue membra. Polemiche sulle foto nella nostra società dell’immagine e i migranti siriani , afghani, iraqueni che arrivano via terra e un nuovo muro. In Ungheria.
Un altro muro ancora. In Serbia. Un altro muro. In Slovenia.

E tutti i muri che abbiamo in testa.

Per questo quella sera, Psike ha deciso di invitare artisti da tutta Europa che potessero trattare, nel loro modo e con la loro arte,  quest’argomento non esauribile: Wall, il muro.



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