Acqua benefica, acqua fonte di vita eppure di morte.
Acqua che arriva inaspettata, ti avvolge, si adatta, ti trascina. Ti soffoca.
Uno stile quello di Chris Anthony cupo e tenebroso, un utilizzo dei colori degno dei migliori film di Tim Burton. Belle le immagini di “Venice”, serie che traendo ispirazione da Venezia, ritrae una umanità in bilico tra terraferma e acqua. Avvolta da un mare grigio e infinito che si confonde con cielo e nubi. Una umanità abituata a svolgere le sue normali attività seppure invasa dall'acqua.
Ogni immagine della serie è il frammento di una favola senza lieto fine, una favola che racconta paura e speranza: una coppia che si bacia circondata dal mare, una donna che emerge dalle acque vestita e truccata di tuttopunto. La capacità di adattamento della razza umana a tutte le situazioni. La sfida della vita che ogni giorno siamo chiamati ad affrontare.
Ecco la razza umana, una civiltà di bizzarri superstiti. Tra solitudine e voglia di vivere, attraverso paesaggi apocalittici, in cui la fragilità dell'essere sembra giocare con la furia del mare, buffi individui che si fanno largo, giocano, ballano tra le onde indossando maschere e calze a righe. La teatralità delle immagini dà vita ad una visione unica.
Le muse e i modelli, Emily Deschanel, Jacinda Barrett, Mercedes Helnwein, Gerard & Lindsey Way, abitano un mondo affondato nel quale le maree convergono con la finzione.
Un modo interessante di riflettere sulla possibile fine della razza umana.
Un modo interessante di riflettere sulla possibile fine della razza umana.
Francesco Gallo
IMG: [Chris Antony]
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