Undici gli artisti internazionali invitati a
rappresentare la loro idea di famiglia secondo una visione contemporanea presso l'ultima collettiva di arte contemporanea realizzata alla Strozzina di Firenze.
I diversi progetti fanno emergere particolari aspetti concettuali a seconda dell'artista, della sua specializzazione ed esperienza individuale.
I diversi progetti fanno emergere particolari aspetti concettuali a seconda dell'artista, della sua specializzazione ed esperienza individuale.
La distanza
dai propri cari è ciò che notiamo negli scatti di John Clang che utilizza
proiettare e completare dei video ripresi da Skype, in modo da fotografare i soggetti vicini
come una foto di famiglia. Ciò tende a sottolineare, con una visualità di impatto, quanto nonostante le centinaia di chilometri di distanza e i mondi diversi in cui si vive quotidianamente, esista una dimensione di tempo fuori dal tempo, che vede la famiglia sempre insieme.
Chrischa Oswald tenta di rompere gli schemi della
tradizionalità in due video opposti e speculari, dove, alternativamente, con la madre si lasciano
andare a delle lunghe "leccate" dei loro volti, così come potrebbero
fare dei gatti. La condizione di uomo-animale viene esaltata in questo gesto, con qualche fastidio nella visione e con molte cose da osservare tra la differenza dell'esecuzione del gesto tra madre-figlia e figlia-madre.
Lo spazio nero di Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini vuole invece
sottolineare in diversi aspetti l'inesistenza di una vera famiglia: piatti
rotti su un tavolo con posate disegnate, stencil alle pareti con quadro
speculare che chiude un cerchio di persone o libri attaccati alla parte alta
delle mensole di una libreria. Non può nell'attraversare questo spazio, non tornare alla mente la scenografia di Dogville e una certa tensione crudele all'interpretazione degli spazi famigliari e di ciò che è definita "casa". Sicuramente, questa installazione, è meglio comprensibile conoscendo la storia individuale dell'artista.
C'è poi chi come Courtney Kessel ricerca
un'equilibrio posizionando divesi pesi su un'altalena dove sta seduta la figlia.
Quello che ci ha fatto riflettere maggiormente è l'equilibrazione del tempo individuale delle due personalità riprese. Crediamo sia ciò che viene rappresentato in questo video. Partendo da un asse con i loro due corpi che fanno da contrappeso, la madre viene messa a terra dalla sua mole. Via via che al lato della figlia vengono sommati libri, colori, giocattoli interessi, il peso viene equiparato e si raggiunge quindi l'equilibrio dell'altalena, rendendo la figlia autonoma e indipendente dalla sola presenza della madre.
Un ottimo lavoro davvero!
Gli splendidi scatti di Nan Goldin narrano vite e ricordi.Raccontano di cose che spesso non ci aspettiamo di vedere, con una realisticità ottenuta da un uso sapiente della luce più che di ritocchi post-produzione. Molto interessante anche il video che correla l'esposizione fotografica, che ci fa riflettere su l'infanzia e la possibilità di renderla estremamente creativa.
Vedere le realizzazioni della Strozzina è
sempre di gran riflessione, sia per i temi trattati che per la cura generale
dell'esposizione.
Unica pecca è il concentrarsi troppo spesso
solo su foto e video. Poter vedere anche delle ottime pitture e sculture non
sarebbe male. Ma questa è più un'insensata richiesta
personale.
Se capitate a Firenze quindi, non perdetevi
quest'esposizione.
Rafael Vindigni - Maruska Nesti
Tutti i dettagli su www.strozzina.org
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