lunedì 6 dicembre 2010

Qualcosa di Personale

Mia madre mi ha insegnato che non piange un uomo. Scusa, ti ho delusa di nuovo.
Muoviti, svegliati o ti seppelliranno. Stasera cherosene per non far gelare le dita paffute
è l'unico fuoco acceso, non riscalda, ma incendia i campi. Scusa ho dormito di nuovo.
Perdona lo schiaffo all'uomo, bestemmiava con un braccio rotto in sala d'attesa
mentre una coccarda blu veniva appesa fuori sula porta
mentre il corpo di un uomo morto veniva coperto da un lenzuolo
dentro questo corridoio. Misto cielo ed erba sotto lo stivale di una puttana,
 perdona il misto gracchiante odore di tabacco tra i baffi di un uomo,
sibilante e accorto nei movimenti come una biscia tra le foglie secche
sui lividi della moglie accidentalmente caduta dalle scale, non gli ho creduto.
questo è un  ospedale, questa è una cerniera usata troppe volte
cicatrice sull'addome cicatrice sul cuore, su e giù,
fino a nascondere il collo ad un paio di guanti bianchi in ascensore, parlo poco.
sussurro piano il mio cognome. L'infermiera risponde" stanza numero13".
Gocciolano voglie sul vetro di una macchina, su una padella sporca di grasso,
sul tuo corpo nudo,
sulle lenzuola ancora umide, sul cellofan, sul pollo, sui tasti di un pianoforte.
Aiutami
Sul mio conto in banca, sui ritardi alla stazione, sui telefilm, sui tuoi occhi
marroni. Fermami,
sul divano,  sui pentagrammi, sui fischi allo stadio, sulle nostre canzoni, sui
grattacieli pieni di neve. Ho paura
Sulle cene in scatola ,sullo spazio che il mio braccio disegna mentre giro su me stessa. E' troppo tardi.
"Non oltrepassare, pericolo di morte, di possessione, di smarrimento di infestazione."
Ci sono persone che muovono il cuore da sinistra a destra, lo osservano, lo spostano al centro,
dentro il ginocchio, nella testa, dentro gli occhi e dentro le mani
solo per trovare una faccia, tra le tante, che sia del suo stesso colore, che sia per tutta la vita, amore.
Mia madre mi ha insegnato che non piange un uomo. Scusa, ti ho delusa di nuovo.


Stefania Rubeo

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