lunedì 29 novembre 2010

Xteriors

Correva l'anno 2007 o giù di lì, quando di fretta come al solito comprai la mia rivista di fotografia preferita: Zoom.
Senza neanche guardare la copertina me la misi sotto il braccio, pagai ed uscii frettolosamente dall'edicola. Solo dopo qualche minuto, ed una sosta al solito tabaccaio, successe. Guardai la copertina della rivista e scoprii che ci si può innamorare di un'immagine. Mi fermai per la strada come inebetito. Davanti quello sguardo fiero e affascinante che occupava l'intero formato della pagina. Di corsa a casa sfogliai a lungo le poche pagine della rivista che trattavano le fotografie di
Desiree Dolron: era una sorta di ipnosi, non riuscivo a staccare gli occhi da quelle immagini. Allora cercai notizie sul web. Un sito scarno ed elegante, una scelta cromatica perfettamente coerente, solo quattro serie fotografiche. Quattro serie di fotografie tutte estremamente differenti tra loro eppure tutte marchiate a fuoco dall' abile mano dell'autrice.

Le immagini della Dolron sono eleganti e raffinate. Solo di una delle quattro serie  voglio parlarvi: XTERIORS.
Una serie di undici immagini. Figure di donne vestite il maniera simile, con lunghi abiti neri e inusuali acconciature si muovono all'interno di uno spazio vuoto e freddo. Forse una grande, vecchia casa della campagna olandese, forse un luogo ai confini del tempo. Le immagini sono alternate ai primi piani di cinque splendide donne dai tratti somatici estremamente differenti. Sono donne senza età, con sguardi fieri e carichi di purezza ultraterrena. La luce in tutte le immagini è davvero bellissima, una luce tiepida e surreale, una composizione classica e un gioco di chiaroscuri che disegna i volumi di viso e abiti come nei migliori quadri della tradizione fiamminga. I colori delle fotografie sono tenui e lividi, con una scelta di gamme cromatiche che esclude quasi totalmente i rossi. I tratti dei volti sono sottilmente modificati in digitale, ciglia e sopracciglia inesistenti, occhi grandi, colli lunghi e sottili, le forme lisce e levigate. La pelle perfetta e bianchissima.


L’espressione del volto è misteriosa, assorta, sfuggente, concentrata, malinconica e fiera. Questo è il sentimento maggiormente espresso, la fierezza. Non si può non amare queste donne. Amarle in modo lontano, metafisico, estetico.
E' un sentimento strano e indefinibile, un'attrazione che la nostra lingua non riesce a definire esattamente. Una pulsione istintiva e inspiegabile: tri
stezza, dolore, felicità, fascino, sensualità... La serie si chiude con l'immagine di un albero. Un grande albero spoglio dal tronco quasi perfettamente simmetrico. Un albero morto? Oppure una creatura in attesa di rigenerarsi ancora? Il simbolo dell'evoluzione dell'esistenza? Ecco quale messaggio celano i volti di quelle donne... Solo loro conoscono il reale significato di quell'immagine.



Francesco Gallo

1 commento:

  1. molto brava questa artista, emerge il back-ground del suo paese. Saluti

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