sabato 5 febbraio 2011

Psike intervista Marco Pieraccini

Splende il sole su Firenze, forte come un cazzotto.
Riuscissimo a fermarlo questo tempo, questa luce. C'è chi lo fa da qualche anno con tanta passione e una buona dose di precisione, e noi andiamo a porgli le nostre, ormai conosciute, tre domande.
Marco Pieraccini, fotografo fiorentino, è presente all'esposizione di Psike con il "Trittico del libero arbitrio".
***

Tutto si spiega. E’ un modo di dire, un intercalare dialogativo quando tasselli disparati confluiscono in un insieme che assomiglia ad un tutto. Hai mai avuto questa sensazione all’inizio o durante il tuo percorso artistico?

L'intercalare dialogativo tra pensieri o frammenti di essi è una nebulosa che nel suo ordinato caos genera l’Idea. Geniale o meno che sia sarà fatta d’un accento di colore una parola d’ombra una linea ricurva una prospettiva spezzata una gamma tonale mancata e poi finalmente riacciuffata. E mentre il tutto è sublimato dall’assenza di una virgola niente continua a spiegarti perché tutto-ciò sia inspiegabilmente equilibrato. In questo sta il genio dell’Arte?


Doveva essere un Re, invece è un fante. Non è una domanda, ti chiedo un’interpretazione libera.

E’ proprio in questo la bellezza dell’atto creativo.
Quando la mente gravida partorisce una sensazione, non sa mai fin dove la farà viaggiare quella mano che dovrà materializzarla fisicamente. A volte anche soltanto l’evoluzione che ho nell’approccio all’opera tra il suo inizio e la fine fa si che anche il più insignificante dei dettagli venga modificato cambiando il senso del tutto; così ciò che in me era intimamente concepito come Re, a voi appare fante.


L’opera a cui assomigli, tua o di qualsiasi altro artista.

Baiser de l'hôtel de ville, Doisneau.
Questo né per voler citare per forza un grande, né perché sia incline a preferire il classico a tutti i costi.
Semplicemente perché io sono dentro quell’immagine almeno quanto lei è dentro di me e perché solo chi mi segue sa quanto io abbia sperimentato e continui a fare con il tema del movimento in fotografia. Ho sempre avuto la “mania” di sforzarmi a restituire, con il movimento, quell’elemento di cui da sempre la fotografia è simbolo: la capacità di congelare il tempo in un istante.
Questo mio percorso è guidato dal desiderio di abbattere tale confine, cercando di espandere un frammento di tempo per farlo viaggiare negli occhi dello spettatore fino ad un istante dopo la percezione dell’immagine.


IMG: Baiser de l'hôtel de ville, Doisneau.

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