Nato a Caltanissetta il 12/12/1990 è cresciuto nella
vicina San Cataldo.
Studia all'Accademia di Belle Arti di Palermo, in cui
consegue la laurea Didattica dell'arte.
Studia e vive attualmente a Firenze ed è laureando in
Storia dell'Arte presso la Facoltà di Lettere e Filosofia.
Interessato alla società e alla sue contraddizioni, attraverso
l'utilizzo di molteplici canali espressivi, che spaziano dalla fotografia alla
pittura, dall'installazione alla video-arte, ha cercato di mettere in risalto,
con sguardo critico o ironico, quella naturale propensione alla quotidianità,
agli affetti familiari, agli interessi e ai riferimenti culturali sempre
all'interno di una panoramica interpretativa più ampia.
Anacronisticamente malinconica,
l’intera indagine pittorica di Foresta racchiude le speranze e le testimonianze
delle ricerche artistiche del primo Novecento.
Titolo Opera
#1 Mi illumino d'assenzio
100 x 120
olio, china e smalto su tela
Concept:
La visione di un uomo ebro di assenzio davanti un muro
fisicamente e concettualmente nero, viene liberata da uno squarcio di luce gialla e verde che
si impone al centro dell'opera. La riflessione sulla quale si intende spingere l'osservatore
mira a concentrarsi sulle caratteristiche percettive date dal forte contrasto cromatico e dalla
saturazione dei colori, manifestazioni di una visione alterata e rarefatta della “realtà”. Il titolo
rimanda al celeberrimo verso di Ungaretti “Mi illumino d'immenso”, come se quell'immenso fosse
intrapolato nella profondita del muro inteso come blocco o ostacolo, che però trova sfogo e
liberazione grazie a quell'assuefazione già tanco cara a Baudelaire.
#2 Il muro del canto
100x100
olio, china e smalto su tela
Concept:
Un muro, la sua forma piatta, il suo essere immobile, il
suo riferimento alla delimitazione di un territorio e di un confine, il suo immediato rimando al
“muro del pianto” del Tempio di Gerusalemme, in cui gli ebrei lasciano tra le fessure le
loro preghiere. Quel muro carico di secoli e di significati ideologici e religiosi, viene
rappresentato sotto una nuova visione d'insieme, giocando con le forme e le geometrie orientali, la cromia
e i contrasti diviene un inedito “Muro del canto”. Il canto qui è inteso come armonia e
riappacificazione, come preghiera “corale” dei popoli e come invito al sorriso.
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